venerdì 23 ottobre 2009

Solo un pensiero

Durante una delle lezioni che ho tenuto recentemente ho avuto una specie di illuminazione, è secondo me uno dei migliori consigli che abbia mai dato, quindi ho deciso di metterlo nero su bianco (bianco su nero, in questo caso!).
Succede che qualche musicista, tra i quali c'ero anch'io, all'inizio del percorso di studio si scontri con una serie di problemi, anche grossi. Spesso sono legati alla mobilità delle mani, al senso della coordinazione e del ritmo, alla teoria e via dicendo. E' normale, data la complessità della materia.
La soluzione che viene messa istintivamente in pratica, però, è la ripetizione di un movimento o di un esercizio che lo faccia "venire bene". Ma quello che di solito manca (anche tra persone che si esercitano da anni) non è tanto l'esercizio fisico, ma il pensiero musicale in genere.
Quando qualcuno inizia a studiare ha infatti due possibilità: suonare, ripetendo meccanicamente i movimenti fisici per creare una così detta "memoria muscolare" oppure affiancare alla tecnica quello che io chiamo il pensiero musicale, che è la capacità di capire e dare un senso agli eventi sonori. La seconda opzione è preferibile perché i primi passi dell'apprendimento dovrebbero essere finalizzati non tanto alla fisicità pura, ma alla capacità di affinare le tecniche di percepire e pensare la musica. A parità di ore di esercizio, immaginate quale strada può condurre ai risultati migliori.
Ma in pratica? Qualcuno si chiederà. In pratica bisogna soprattutto cantare e questo vale per tutti gli strumentisti. Cantare significa avere l'esperienza fisica del suono,affinare la capacità di intonarsi e di ascoltare e, siccome la musica è l'arte di gestire i suoni, i benefici sul proprio strumento preferito saranno una conseguenza naturale.
Non solo suonare ripetendo “ciecamente”, dunque, ma cantare, ascoltare con interesse dando un senso a ciò che si percepisce, parlare di musica con gli amici, leggere, interessarsi ai meccanismi dei suoni e dei ritmi, trascrivere, provare, comporre, e chi più ne ha più ne metta. In due parole, iniziando ad espandere il proprio pensiero musicale.

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